mercoledì 8 novembre 2017

Cittadini attivi il ritorno



Aspettavamo con gioia il ritorno di cittadini attivi, ed oggi la loro prima uscita dopo il lungo silenzio.
Ritornano con un tema di grande attualità, la fuga di cervelli, nel quale Serena Girotti, illustra in maniera dettagliata l’aspetto negativo di questo scenario che negli ultimi anni ha visto l’Italia protagonista in Europa.
Il lettore verrà guidato nel comprendere  i vari aspetti del fenomeno ma soprattutto l’impatto economico e sociale nel nostro paese, con interessanti indicazioni e spunti su cui riflettere.
Un articolo di grande analisi, come sanno fare i cittadini attivi.
Per leggere l’articolo visitate il seguente sito https://www.key4biz.it/cittadini-attivi-costo-economico-della-fuga-cervelli/204583//


4 commenti:

  1. Siamo ritornati con un articolo che ha avuto una lunga gestazione, perché Serena è una persona seria e scrupolosa, oltre che una grande professionista.
    Spero che il pezzo abbia una grande diffusione perché è un pezzo importante.
    Grazie ad Emanuele e alla community settecamini.
    Un caro saluto e a presto
    Luca Attias

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un articolo con interessanti dettagli ed informazioni.
      Complimenti, molto bello.
      Grazie, aspettavo tanto il ritorno di cittadini attivi.
      Emanuele

      Elimina
  2. Non parlo da cittadino attivo ma parlo da padre.
    Mio figlio è in Spagna da cinque anni, alternando ultimamente impegni anche in Cina. Diviso fra con l’Università di Barcellona e con quella di Shanghai, è stato costretto a emigrare per rincorrere le sue passioni. Non l’ho mai tenuto sotto una “campana di vetro”, anzi: da quando aveva 16 anni, l’ho sempre incoraggiato ad esplorare il mondo oltre il porto sicuro rappresentato dalla casa e dalla famiglia. L’ho spinto fuori dal nido per consentirgli di mettere alla prova le proprie capacità nel "mondo reale" e di trovare un proprio senso di competenza, sicurezza e indipendenza, sia nel divertimento, sia con piccole occupazioni lavorative, cercando di stimolarne flessibilità, la conoscenza sociale e culturale, la comunicazione e la curiosità. E ho dovuto sopportare un notevole impegno economico per farlo stabilire all’estero. Ma non è di costo economico che voglio parlare, bensì del costo “emotivo”. Da cinque anni lo incontro saltuariamente, ogni tre mesi, per ragioni ovvie. Ora, seppur riconosco razionalmente che è tutto OK e che soprattutto mi fa piacere saperlo felice, vi assicuro che, ogni tanto, soffro di piccole crisi emotive: mio figlio mi manca, mi manca la quotidianità, mi mancano le piccole cose del nostro vivere vicini, i brevi incontri a sorpresa, le piccole proposte per un cinema, un caffè o quant’altro. E quindi, molto sinceramente, che la fuga dei cervelli possa compromettere le prospettive di crescita economica dell’Italia, mi colpisce in modo assai limitato. Chi potrà mai ripagarmi queste lacerazioni interne causate dalla sua assenza forzata ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Fausto,
      questo tuo commento è molto bello. Grazie.

      Elimina