mercoledì 25 gennaio 2017

Cittadini attivi lo stress della conservazione digitale

Resilienza

Forse perché ancora in Italia non c’è quella professionalità o forse perché è tema nuovo, sta di fatto che coloro che nella PA si occupano di conservazione digitale, ecco che in loro spunta lo stress.
Nel nuovo articolo di cittadini attivi, questa volta si parla di conservazione digitale, un tema nuovo, in cui la nostra PA deve tener conto di elementi importanti, come il salvataggio dei documenti in formato digitale e perché no, la gestione del protocollo.
Oggi noto nella mia città, Roma, ed in particolare in alcuni Municipi, come la mancata conoscenza delle tecnologie, ma soprattutto il mancato utilizzo di essa in ambito di protocollo e gestione dei documenti risulti non solo stressante, ma anche un problema nello svolgere al meglio le attività interne e lavorative.
Eppure se viene utilizzato un sistema efficiente, non solo abbiamo benefici economici ma si ottimizzano i processi lavorativi del Municipio, offrendo qualità di gran lunga superiore a quelli che oggi assistiamo.
Nell’articolo viene evidenziato anche l’aspetto umano, oltre che l’evidenzia del tema trattato.

L’articolo che consiglio di leggere è consultabile qui https://www.key4biz.it/cittadini-attivi-lo-stress-della-conservazione-digitale/179122/ 

3 commenti:

  1. Conosco personalmente Gianni Penzo Doria (l'autore dell'articolo) da diversi anni e ciò che ha messo in piedi in questi anni dal punto di vista della gestione documentale, della conservazione dell'umanesimo manageriale e da tantissimi altri punti di vista non ha corrispettivi in Italia in particolare per quanto riguarda il piano dell'execution.
    Grazie Emanuele per il tuo costante e professionale supporto.
    Un caro saluto a tutti i lettori
    Luca Attias

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  2. Un grande articolo, di qualità e soprattutto perchè evidenzia la professionalità ed esperienza nella gestione documentale, elemento fondamentale della PA.
    Complimenti ancora.
    Emanuele

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  3. Nella Pubblica Amministrazione l’organizzazione del lavoro è stata ispirata prevalentemente ad una logica di processo cartaceo. Ma ora la gestione totalmente dematerializzata dei documenti, sin dalla fase della loro generazione, è finalmente possibile grazie al completamento dell’attività normativa. Ciò rappresenta l’ultimo e atteso tassello per garantire lo sviluppo digitale del Paese ed assume un’importanza fondamentale nella prospettiva di dematerializzazione e semplificazione. Ciò significa innovare i processi delle organizzazioni liberandoli dai vincoli del percorso basato sulla carta, attuare soluzioni tecnologiche che semplificano e introducono innovazioni radicali nel modo di lavorare. E, per quanto riguarda la PA, la dematerializzazione è una opportunità di riorganizzare i processi in un’ottica di maggiore efficienza interna e per offrire un miglior servizio al cittadino riducendo anche le spese. Evidente è anche il risparmio nei costi, il recupero della produttività (gestione dei processi, riduzione dei tempi, monitoraggio delle performances, snellimento della burocrazia, ridefinizione dei processi in una logica di maggiore efficienza). Ma conoscendo bene il Paese Italia, mi viene in mente la legge di Soper: “Ogni burocrazia riorganizzata per ottenere una maggiore efficienza diventa immediatamente identica alla precedente.” Nella speranza che non peggiori. Ma la vera innovazione, il vero cambiamento culturale che potrebbe modificare e migliorare il contesto dell’Italia è convincersi che la digitalizzazione è sinonimo di trasparenza e anticorruzione, intese come maggiore conoscibilità degli atti e una più attenta informazione sull’attività dell’Amministrazione.

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